Un’ottima bevuta, da vigne di quasi 50 anni,
solo tremila bottiglie, assemblate con 90 Chardonnay e 10 Pinot Noir, niente malolattica – un must per i Tarlant - sur lattes da maggio 2001 a dicembre
2011 (mica cotiche), con dosaggio da extra-brut (5 gr./lt.).
Poco meno di sedici anni, molto ben portati,
visto l’esito nel bicchiere, già in spolvero alla vista: oro affascinante e perlage sottilissimo.
Eleganza, freschezza e gran tiro nei profumi,
partendo da una forte impronta di gesso, mista a crema pasticcera, pesca confit e toni agrumati – mandarino e
cedro – con una bella traccia di salvia e pasta di mandorla.
Naso didascalico, per come sa muoversi lungo
il contrasto tra maturità e freschezza.
Gran passo anche nell’assaggio, dove ritrovo sincronie
e corrispondenze esemplari.
Vino davvero vivo, di drittezza mai belluina e fine
a se stessa, con l’ossatura gessosa sempre piacevolmente in risalto, ben inserita all’interno di uno schema, sì strutturato, da chardonnay maturo,
ma di raffinato equilibrio, dove non viene mai meno l’eleganza.
Il finale, di persistenza significativa,
rinvia alla rocciosità marina e iodata, con lievi venature mellite, di agrumi caramellati
e crema di nocciola.
In beva certamente adesso ma, vista la
formidabile spina acida, anche no.
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