Piccola maison di vigneron, di padre in figlio dal 1776, che coltiva 10 ettari, distribuiti
su un centinaio di parcelle, divise tra i villaggi di Verzy, Verzenay, Ludes e
Villers-Marmery, nella Vallata della Marna.
L’Atavique proviene da vigne, certificate in
biodinamica, del villaggio GC di Verzy, assemblato con 40 Chardonnay e 60 Pinot
Nero, annata base 2011 (80%), mentre il restante 20% attiene alle vendemmie
2010 e 2009. Svolge malolattica, passa 32 mesi sui lieviti, niente filtrazione,
nè chiarifica, dosaggio da extra-brut (3gr./lt.).
La mia la boccia, sboccata in ottobre 2014,
è la nr. 2.615, di circa tremila prodotte.
Naso fresco e invitante, che si schiude,
delicatamente, su toni di mandorla e biscotto, una convinta espressione di
frutto – mela e pera, cedro e fragolina – e un misurato incipit minerale.
Palato che si muove lungo le direttrici
olfattive, coniugando congruamente la forza della bacca nera, con l’eleganza di
quella bianca e svelando cremosità e verticalità di sorsi, i quali sollecitano,
insistentemente, repliche a go-go.
Allungo contenuto, ma di rinfrescante
epilogo agrumato, con riverberi minerali.
Un più che corretto champagne da aperò e di ottimo rapporto prezzo/felicità.
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