martedì 12 novembre 2013

Docg Barbaresco Montestefano magnum 2004 Serafino Rivella






Il cru Montestefano – tra i primi ad essere vinificato in purezza con menzione in etichetta - è, unanimemente, ritenuto “il più Barolo tra i Barbaresco”. Questa nomea se l’è guadagnata, con merito, sul campo, giacchè gli si riconoscono qualità quali, longevità e grande struttura che, solitamente, si ascrivono ai Barolo.
Oggi tocca a questa minuscola azienda famigliare – Teobaldo e sua moglie – che coltiva, con precisione certosina, giusto nel Montestefano, un paio di ettari e pratica affinamento in botte grande, da sempre.

Il vestito è scarico, ma luminosissimo, con un’unghia che sfuma sul granato. Serve un po’ di tempo, a svelare le sue peculiarità al naso, anche per via del formato magnum. Peculiarità che, poco alla volta, si manifestano, disegnando un quadro fine e sfaccettato, al cui interno incontro profumi di humus e foglie secche, frutti di bosco - lampone e ribes – e note floreali di viola e rosa. Cacao, tabacco e una forte presenza speziata arricchiscono il profilo olfattivo.

L’ingresso è di affascinante eleganza, tensione e freschezza e non mi sorprende, affatto, ritrovare al palato le medesime sensazioni olfattive, per altro sempre più intense, al passare del tempo. Avverto, inoltre, qualche segno di terziarizzazione che si esprime regalando sapori di cuoio e di catrame. Grande coerenza e ottimo slancio acido, bella struttura e tannino di velluto, tenore alcolico mai fuori scala e beva incontenibile, costituiscono gli ingredienti di questo sorso davvero equilibrato – con finale in ulteriore crescendo - che si è dimostrato, fortemente, ancorato al suo territorio. Chiude, senza indecisioni, lungo e persistente, liberando un’ intensa scia balsamica.
Una bevuta di stile.


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