Il Radice é sorbara
col metodo classico, vale a dire rifermenta in bottiglia e lo fa grazie a lieviti
indigeni. Le uve provengono dalla parcella storica denominata “Il Cristo”. La mia boccia è la numero 5386 delle
15.000 prodotte nell’annata.
All’occhio buccia di cipolla tendente al rame brillante,
all’oro d’antan. L’effervescenza è fitta e vivace, quasi bianca ma rapida.
Offre un naso di delicati sentori quali ciliegia e lampone, rosa, agrumi e
fruttini di bosco.
In bocca mi accolgono aromi di frutta rossa, di pompelmo
rosa, di melograno. Il sorso è secchissimo, teso, minerale e salato. C'é bella freschezza e l'acidità graffia. Chiude con una nota
salmastra. Beva invero pericolosa.
Colloco questo lambro nella categoria "gastronomico", ossia quella tipologia di vini che necessita di cibo. Viaggia molto bene con gli affettati. In casa l'abbinamento con un bollito di bue si é rivelato davvero riuscito.
Colloco questo lambro nella categoria "gastronomico", ossia quella tipologia di vini che necessita di cibo. Viaggia molto bene con gli affettati. In casa l'abbinamento con un bollito di bue si é rivelato davvero riuscito.
Prezzo minuscolo: 7 euri sullo scaffale.
Un lambrusco austero e verticale. Non per tutti.
Un lambrusco austero e verticale. Non per tutti.
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