Naso caldo, molto caldo, di alcol, che non vuole
sapere di andarsene. L’attesa, a volte, viene in soccorso e agevola. Macchè.
Più tardi note di ciliegia sotto spirito (molto
spirito), confettura di lampone, del ribes e, a cercare bene, tracce di
mineralità. Dove non potè l’alcol, ci pensò la falegnameria, con una gagliarda
dose di vaniglia.
All’assaggio, l’arrembante livello alcolico non
si smentisce, lasciandomi il palato davvero “acceso”. Nemmeno coi giri delle lancette,
rientra in bolla (nel frattempo avevo stappato altro, indovina). Con l’acidità schiacciata e impotente
a frenare l’assalto alcolico, se l’è data a gambe pure quel poco di frutto.
Qualcuno ha scritto che questa barbera non ha
rivali. Concordo, ma evidentemente per ragioni opposte. Io e il tipo, come talvolta
capita, abbiamo incrociato due bottiglie agli antipodi. E magari c’è dell’altro. Ad esempio, io sono un po’ sfiguz,
con questo produttore – già vissuto lo stesso inconveniente, con altri suoi
vini - con le bottiglie buone/ottime, comunque equilibrate, che hanno privilegiato
altre tavole.
Forse urge benedizione, o altri riti analoghi.
Ci vuole molto spirito per scrivere "io sono un po' sfiguz", quasi quanto, per un DJ, sentire "note" di ciliegia...ho provato un rito apotropaico "per esorcizzare" ma avevo solo una magnum di bollicine innominabili che hanno sortito l'effetto contrario, è saltato il tappo mentre il cane a sei zampe ha ceduto le sue quote...sfiguz comune 50&50 gaudio
RispondiEliminaDato l'alcol, di spirito non difettavo. La mia bolla invece fu/sarà più che nominabile: un Pol Roger Vintage di cui scriverò presto. Non tutto il male vien per nuocere.
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