martedì 25 novembre 2014

Doc Trebbiano d’Abruzzo 2007 Valentini




Complicato scrivere, aggiungere qualcosa, che non risulti scontato e dejà vu sull’azienda, sul vino e, in particolare, sull’annata, pluripremiata e votata da degustatori di acclarata e indiscussa competenza, come il miglior vino d’Italia 2012.

L’annata in questione – climaticamente molto difficile - è la prima di Trebbiano fatta dal figlio di Edoardo, Francesco Paolo, ed è arrivata a scaffale sia dopo la 2008 che la 2009.

Incantevole oro chiaro, lucente, con un naso che all’apertura è già pulitissimo e tutto forgiato su idrocarburi, eleganza minerale e tantissima polvere da sparo. Trascorsa una buona mezz’ora, guadagna in complessità e statura, con tocchi agrumati e tropicali – pompelmo e frutto della passione – cui si sommano sentori di resina, vegetali e di fiori secchi – fieno e camomilla, rosmarino e salvia - e una splendida nota iodata, addolcita da virgole di miele.

L’assaggio, preciso e ricchissimo, amplifica, esaltando, le note olfattive, e regala una bocca simmetrica e compatta, sbalorditiva nella sua perfezione ed equilibrata in tutte le sue componenti. Verticalità netta, tensione gustativa raffinatissima e profondità di sorso rara.
Molto lungo e di persistenza interminabile, con forti rimandi di frutta, iodio, ostrica e gesso.

Un abisso con gli altri produttori di Trebbiano - anche nel prezzo - e impossibile dimenticarlo.

Con tajarin al tartufo.


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