domenica 13 dicembre 2015

Le Grand Tasting 2015 10ème édition | Paris “Que du Champagne” 2ème partie



La Crème de la Crème

Pirotecnie liquide dalla Ville Lumière

Non scrivo in filigrana dunque, ribadisco che, quantomeno, una considerazione, d'obbligo, vada fattasempre e comuque: questi sono grandi e/o grandissimi vini, ergo, necessitano di molto tempo in vetro affinchè, maturando, possano raggiungere quella complessità di cui ora, è giocoforza, non dispongono.



Matrimonio di finezza tra Chardonnay e Pinot Noir


Due rosé di classe


Sette anni sui lieviti, mineralità e zucchero filato



Otto anni sur lattes, eleganze e vinosità che guardano alla Borgogna


Il nuovo D.T., prolungamento di 7 anni sur lattes:
ricchezze gessose e cremose verticalità.
Un tuffo nel passato, il Jacq (old) style che adoro



Da vigneti di proprietà nella Costa dei Bianchi, 5 anni sui lieviti. 
Se il buongiorno si vede dal mattino... Promettente



Al momento molto muscolare e ancora tanta barrique
Alla ricerca dell' equilibrio



Classe, struttura e purezza cristallina dello Chardonnay.
  Longevità assicurata per un grandissimo bdb, qui in formato magnum





Pinot Noir e Chardonnay in parti uguali, agrumi e craie,
con il plus di un'acidità inaspettata da un millesimo contraddittorio



Polpa, struttura e maturità per un grande equilibrio.
Piacevole sorpresa da un magnum prontissimo da bere
 



La classe sovente si veste di rosa, se poi l'abito è magnum...
Perlage finissimo, frutti rossi, caffè e spezie.
Il miglior rosè, avec bulles, presente al GT2015 


Due cuvée de prestige da dimenticare in cantina per tanto tempo.
Due bottiglie, dalla ricchezza di materia strabiliante,
tuttavia, per me, di difficile lettura, in questa precisa fase.
 

E' indietrissimo il 2002, ti ho detto tutto
 


Idem come sopra (ma del 2002 ne riparleremo, con tranquillità)
Qui, lo Chef de cave, Mr. Panaiotis, ha alleggerito, sensibilmente, la liquer



Gran selezione di uve Chardonnay, 7 anni sui lieviti.
 Frutta tropicale e mineralità. Splendida eleganza e lunghissimo.
Mi ha impressionato 


Solo da villaggi GC della Côte des Blancs, matura 10 anni sl.
Un altro bdb di superba fattura, freschezza e gessosità étonnantes
Nuovamente impressionato

Tieniti forte, non è finita...c'è l'Olimpo


Da vecchie vigne di Chardonnay (70%) e Pinot Noir (30%), 8 anni sl
Assaggiato la prima volta, oltre un anno fa e mi stupì.
 Ora mi capotta. Un viaggio in Oriente, in carrozza magnum. 



Niente malò e sei anni di vieillissement
In Roederer lo chiamano "bebè", a ragione.
Se ora sei già così bbono... Un concentrato di ricchezze.
Chissà cosa sarai tra 10 anni


 60 Pinot Nero, 40 Chardonnay
E' la versione "matura" - 10 anni sur lattes -  della Grande Année
Ggrandissimo, ma sento che c'è tanto potenziale ancora inespresso. 
Eleganza di precisione, precisione di eleganza, rendo l'idea?



Da smaliziato, so che sotto il tavolo c'è sovente la sorpresa.
Così, stuzzicando e provocando il francese, guarda cosa spunta:
Rare 1998 magnum
Un tuffo nella grandeur. Steso! (sopra il tavolo) 


Manca qualcosa?


Mais oui, le cadeau, aristocratico, di Jean-Pierre (Fleury)
Purosangue di purezza e verticalità, di profondità e persistenza.
Indimenticabile.



Come questa superba edizione di GT2015





2 commenti:

  1. Ma questa ventina di assaggi, oltre a quelli della prima parte, quanto tempo hanno richiesto...intuendo la tua risposta mi complimento.
    Mi piacerebbe sapere se è previsto qualcosa di solido e se le tue scelte, non credo casuali, siano anche determinate da code tipo Expo, quanti a malincuore non ne hai potuti assaggiare, se il c@zzeggio tra un calice e l'altro è armonico o il caos...
    In ogni caso, oltre all'aristocrazia blasonata, c'era gioventù curiosa & gioiosa...
    Grande il "nostro" DJ tra le linee.


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    1. Allora, procedo con ordine.
      Avendo sfruttato la due giorni, ho potuto distribuire bene, e sottolineo bene, gli assaggi, dedicandomi, come scritto, quasi esclusivamente agli champagne, eccezion fatta per alcuni bianchi e pochi rossi. Come sosteneva il mitico Pelè in una pubblicità di tantissimi anni fa "...quando faccio qualcosa mi piace farlo bene". Io, quantomeno ci provo sempre. Non mi interessa fare quantità di assaggi, ma capire bene cosa c'è nel calice. Capirlo per me e, se riesco, spiegarlo anche a chi mi legge. Ho fatto circa una cinquantina di assaggi algiorno, evitando alcune cuvée "base" che conosco bene. Alcuna coda da caserma, al massimo 5/7 minuti di attesa, per quache maison. Alle degustazioni arrivo all'apertura e me ne esco non appena inizia la calca (primo pomeriggio). Alcuna rinuncia, una volta studiate in anticipo le maison partecipanti, ho rispettato rigorosamente la tabella di marcia. Del resto non mi posso permettere di andare a Parigi a fare una degu e di tornare con qualche rammarico/rinuncia/dimenticanza. Considera che non ci sono i tannini, per conseguenza non è tantissimo impegnativo e, grosso modo, fino all'ultimo calice, ci si rende abbastanza conto del contenuto. Se ce la faccio io ce la puoi fare anche tu. Non bisogna essere superman.
      Al solido, di quando in quando, si ricorre. Nelle sale sono ospitati banchi (a pagamento) di ostriche, salumi, formaggi.
      Conoscendo un po' come muovermi, ormai, alcun caos, ma armoniche scambi di opinioni con astanti, piuttosto che Chef de cave, responsabili vendite, marketing etc.
      Sì, anche gioventù curiosa, gioiosa e golosa.

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