lunedì 21 dicembre 2015

Passopisciaro Contrada Rampante 2011




La mia prima volta, seria, con il Nerello Mascalese, al punto da chiedermi perché abbia aspettato così tanto.
Pendici dell’Etna, qualora ci fossero dubbi, mille metri slm, da vigne ultra centenarie, molte ancora su piede franco, fermenta in acciaio e affina 18 mesi in botte grande, per una produzione inferiore alle tremila bottiglie.

Ricchezza e freschezza subito a braccetto. Una colata di intensa e piacevolissima dolce mineralità lavica, tanto sottile e raffinata, quanto totalizzante, mi asfalta le papille, a lungo. Più tardi, emergono, di pulizia cristallina, note affumicate e speziate, ginepro e alloro, con l’aspetto fruttato, molto presente, che rimanda al lampone e al ribes nero, alla fragola e all’amarena.

In bocca, idem come sopra! Esplosive e appassionanti sensazioni laviche e fruttate, con appaganti note sapide, che hanno soppiantato le dolcezze nasali. Palato profondo e cangiante, senza soluzione di continuità, dall’arancia al melograno, dal pepe scuro a sentori di macchia mediterranea, con la presenza fissa e inalterata della mineralità e dal tannino rampante e carnoso.

Sorso “vulcanico” e pulsante, di tonica persistenza, dalla silhouette elegantemente snella e scattante.
Sì, conquistato.


2 commenti:


  1. Incuriosito leggo: milleottocentonovantacinque, il vino passopisciarese veniva esportato per tagliare Chianti, Barolo e vini francesi...chissà che musica mettevano i Baroni Siciliani, a proposito, ho appena letto una richiesta per una tua consulenza sull'Armadillo...

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    1. Caro Marco sapessi quanto Nero d'Avola,negli anni passati, ha dato manforte ai rossi del Piemonte. E qui mi fermo

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