martedì 29 dicembre 2015

Yvon Métras Beaujolais 2014




Il Gamay non ha mai esercitato su di me particolare appeal, semmai il contrario. Tuttavia, di quando in quando, non disdegno testarlo, non si sa mai. Di questo produttore, ho dei bei ricordi dei suoi Fleurie, con il 2014, condiviso con amici, proprio alcune settimane fa, ottimo e dalla beva priva di ritegno.

Ti dico subito che questo beaujò, nella declinazione Métras, che non conoscevo, non mi è piaciuto granchè. Stile simile a quello di Foillard, Burgaud e Lapierre, ma questi hanno un altro passo; in particolare quello di Marcel Lapierre, altra galassia.

Non molto loquace, già dal naso, penalizzato da una leggera volatile e, soprattutto, da una riduzione abbastanza severa, la quale, ostacola fortemente l’espressività del frutto rosso – fragola, lampone e ciliegia – e schiaccia tutto l’andamento olfattivo, spuntando anche quel tot di mineralità in fieri.

Nonostante un attacco fresco, in bocca mantiene fede, per grandi linee, alla sua impostazione olfattiva, con il greve fardello riduttivo, di cui si libererà, ahimè, solo in finale di boccia. Ergo, tutto con il silenziatore – a marcia ridotta – dal frutto ai tannini, dalla bevibilità alla lunghezza e, per soprammercato, anche un’acidità di asprezza fuori scala.

Mi piacciono i cd vins nature, compresi quelli di Yvon, allorquando non presentano imperfezioni e/o difetti. Purtroppo, non dispongo di altra bottiglia per la controprova, anche se, già sai che sovente una non fa testo, così come una rondine non fa primavera, anche se il (la?) volatile…


2 commenti:

  1. Ognuno si porta dietro le proprie disgrazie, loro il gamay e noi il dolcetto

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    1. Il parallelo calza alla perfezione. Sono d'accordissimo.

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