Capita
che, per millanta motivi, la scelta di alcune bottiglie presenti in cantina venga evitata, rimandata,
posticipata, procrastinata cosicchè trascorrono gli anni e lei rimane lì che aspetta
la sua ora che pare non arrivare mai. Poi, d’un tratto, scocca l’ora X e hai il
privilegio di esserci. Questo è quanto successo poco tempo fa a casa di un caro
amico il quale, a fine serata, ha estratto il jolly dalla cantina – e che jolly
- forse a sua stessa insaputa. Beato me!
La
controetichetta indica che si tratta della vendemmia 2004 con i vini di riserva
che contribuiscono nella misura del 17 percento. Il dosaggio è di otto grammi/litro
(ahi ahi) con sboccatura avvenuta nel 2007.
Venticinque crus
di diverse zone della Champagne e di annate differenti compongono questo assemblaggio
dove il Pinot Nero conferisce la quota maggioritaria - intorno al 50 percento -,
lo Chardonnay con circa il 35 e il Meunier a chiudere – con percentuali variabili
di qualche punto di volta in volta. Va da sé che la puissance
della bacca nera del lato meridionale della Montagna di Reims si fa sentire.
Tutto questo bel popoderobba passa tre anni sui lieviti prima della sboccatura.
Alla
vista un giallo oro carico e brillante, con elegante e sottile effervescenza molto
persistente. Al naso c’è ritrosia e diffidenza. Si apre poco a poco, dopo una
mezz’oretta, ma con fierezza. In primo piano sentori terziarizzati quali fichi
sciroppati, miele, fieno e camomilla. Passa il tempo e la complessità trova
piena espressione con olfatto in evoluzione ininterrotta. Tostature di caffè e mandorle, arachidi e champignons
completano questo riuscito disegno olfattivo.
In
bocca è cremoso, avvolgente ed armonico. Il sorso è pieno, corposo, abbastanza
ossidato, tuttavia ancora corroborato da buona freschezza. Profilo olfattivo
che si rispecchia, sostanzialmente, nell’assaggio. La parte finale della
bottiglia è ricchissima e cangiante sia al naso che in bocca. La spina acida,
nonostante i sei – sottolineo sei - anni dal degorgio, assicura ancora ritmo al
sorso, che per ovvii motivi è più orizzontale che verticale. Beva sciolta ed
equilibrata a dispetto del dosaggio, passato fortunatamente sotto traccia.
Chiude
molto lungo, con persistenza notevole, su note sapide, gessose e di caffè con
rimandi agrumati.
Una
bevuta appagante che non mi sarei aspettato così poliedrica. Peccato averne dimenticata
solo una in cantina vero Au?
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