Di colore granato con lievi riflessi aranciati, si presenta
inizialmente chiuso a riccio, concedendo solamente alcool. Dopo alcune ore iniziano
a manifestarsi riservati sentori di foglie secche, di sottobosco, qualche
fruttino rosso ma è ancora la cifra alcoolica a prevalere. Gli offro ancora
tempo – eh sì ho giocato d’anticipo - e, finalmente, si libera un poco dell'ingombrante fardello. Ciò consente agli aromi di esprimersi, seppur ancora in modo contenuto, su note di ciliegia,
amarena e mora.
Questo già mediocre ventaglio aromatico incontra, tuttavia, poca ed insufficiente espressività
nella parte gustativa, con il ritorno in auge del tenore alcolico. L’equilibrio
acido-tannico è in bilico, a tratti precario, con un sorso tutt’altro
che agile su cui cala una poco dinamica e breve chiusura.
Per mia sfortuna, tocca appuntare un continuum con l’altra bottiglia
recensita a dicembre qui – non cerco sterili paralleli essendo crus e millesimi differenti . Va da sé che da questi stappi l’aspettativa è di ben altri, e alti, livelli.
Nessun commento:
Posta un commento