Ultima
annata prodotta di questo cru imbottigliato separatamente giacché dall’anno
successivo i circa undici
ettari di vigneto sono confluiti, insieme al vigneto San
Lorenzo, nel Chianti Classico Castello di Ama. Delle 13.600 bottiglie prodotte
di questo millesimo, la mia è la numero 3048.
Bottiglia
aperta con parecchie ore di anticipo. Il tappo quasi interamente imbevuto e
spezzatosi in due mi aveva messo di malumore. Molto. Pure troppo. Ricorro urgentemente
a rito apotropaico!
Verso nel bicchiere e già alla vista ritornava il sereno sul mio volto. Era tuttavia l'olfatto che mi rassicurava vieppiù e lasciava intuire, fin da subito, la sua razza di fuoriclasse che necessitava solo di sgranchirsi dal lungo sonno. Delicatamente l'ossigeno lo avrebbe preso sotto la sua ala e lo avrebbe condotto sulla Vetta.
Rosso mattonato con unghia aranciata non molto trasparente. Al naso la materia è ancora fresca. Inizialmente emergono sentori ossidati, sottobosco e foglie bagnate.
Quanto più il tempo passa, tanto più si mette a fuoco, si pulisce, si articola e si manifesta compiutamente. La prima peculiarità è l’eleganza. Si percepiscono frutti rossi sotto spirito, ciliegia, amarena, liquerizia, tabacco, goudron. Aromi cangianti, in continua evoluzione. Ancora spezie, ginepro e una nota di zolfo, di fiammifero bruciato, di polvere da sparo.
La bocca, precisa e con un allineamento olfattivo esemplare, é inizialmente monopolizzata dalle note balsamiche. Si riaffaccia il tabacco, con ritorni di more, ciliegie ed amarene. Bocca calda con tannini vellutati ma mai domi. Finale di radice di liquerizia e spezia dolce. Freschezza e spalla acida ancora in gran spolvero. Alcol in netto equilibrio. Chiusura da oscar, lunghissima, infinita. Bottiglia al suo apogeo.
Eleganza ed Emozione. In purezza.
Verso nel bicchiere e già alla vista ritornava il sereno sul mio volto. Era tuttavia l'olfatto che mi rassicurava vieppiù e lasciava intuire, fin da subito, la sua razza di fuoriclasse che necessitava solo di sgranchirsi dal lungo sonno. Delicatamente l'ossigeno lo avrebbe preso sotto la sua ala e lo avrebbe condotto sulla Vetta.
Rosso mattonato con unghia aranciata non molto trasparente. Al naso la materia è ancora fresca. Inizialmente emergono sentori ossidati, sottobosco e foglie bagnate.
Quanto più il tempo passa, tanto più si mette a fuoco, si pulisce, si articola e si manifesta compiutamente. La prima peculiarità è l’eleganza. Si percepiscono frutti rossi sotto spirito, ciliegia, amarena, liquerizia, tabacco, goudron. Aromi cangianti, in continua evoluzione. Ancora spezie, ginepro e una nota di zolfo, di fiammifero bruciato, di polvere da sparo.
La bocca, precisa e con un allineamento olfattivo esemplare, é inizialmente monopolizzata dalle note balsamiche. Si riaffaccia il tabacco, con ritorni di more, ciliegie ed amarene. Bocca calda con tannini vellutati ma mai domi. Finale di radice di liquerizia e spezia dolce. Freschezza e spalla acida ancora in gran spolvero. Alcol in netto equilibrio. Chiusura da oscar, lunghissima, infinita. Bottiglia al suo apogeo.
Eleganza ed Emozione. In purezza.
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