Alcune settimane or sono, curiosando in enoteca, mi
sono imbattuto in questa boccia la cui etichetta mi ha catturato visivamente.
Dato il prezzo contenuto – undici eurini, ehm quanto vuoi spendere per un Crémant? – ed essendo la mia
prima volta con le bolle d’Alsazia ho ceduto alla tentazione.
Il processo di vinificazione, ça va sans dire, é quello della rifermentazione in bottiglia, con
dodici mesi sui lieviti prima della sboccatura. Partecipano alla formazione di
questo blend i seguenti attori: Pinot Auxerrois 60 percento, Chardonnay
20, Pinot Bianco 15 e saldo finale di Pinot
Noir per una produzione che vaga intorno alle quattromila
bottiglie.
Giallo paglierino nel calice con riflessi
verdolini. La spuma é abbondante e vivace con bolla grande – bolliciona se mi
passate il lemma – e un po’ balenga.
Al naso si dichiara con modesta finezza aromatica, con cenni di brioche e fiori
bianchi, mela gialla e susina.
Al palato la carbonica é aggressiva e pungente, con
discreta intesa olfattiva cui si sommano qualche nota gessosa con esile scia
speziata. La vena acida é marcata e, tutto sommato, pur nella sua semplicità, un
misurato equilibrio va riconosciuto. La freschezza facilita il sorso che,
tuttavia, si estingue svelto e disattende quella mineralità sulla quale avrei
scommesso.
Svolge il compitino, come aperitivo, senza acuti.
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