mercoledì 30 gennaio 2013

Aoc Beaune 2010 Sarnin-Berrux







A Saint Romain, piccolissimo villaggio della Côte de Beaune, ha sede questo domaine de négoce, ossia un’azienda che acquista uve da vignerons selezionati per poi procedere in proprio alla vinificazione, all’affinamento ed alla messa in commercio; o più semplicemente etichetta vini prodotti da altri. Il duo Sarnin-Berrux si affida solo a viticoltori certificati biologici e/o biodinamici.

Ho conosciuto i vini di questo domaine nel mio ultimo viaggio in Borgogna, alcuni mesi fa. Qui ho incontrato la “metà” dell’azienda, nella persona di monsieur Jean Marie Berrux con il quale ho intrattenuto un’utile e piacevole conversazione durata un paio d’ore, oltre ad aver assaggiato parte dei loro prodotti – qualcosa anche da vasca -. Sottolineo parte dei loro prodotti in quanto i loro vini vanno letteralmente a ruba. Basti questo dato: la bottiglia di Bourgogne che ha stappato era l’ultima e mi è stata omaggiata con la raccomandazione di terminarla durante la cena. Raccomandazione, peraltro, cui è stata resa giustizia...sommaria.

Jean Marie é persona umile, schiva, schietta, come i suoi vini. In particolare mi ha molto colpito quando ha ammesso testualmente: “…in cantina intervengo il meno possibile poiché quanto più agisco, tanto più tolgo al vino”. Ergo solamente lieviti indigeni, niente collage, niente filtrazioni. Uso limitatissimo della solforosa, il minimo indispensabile per preservare il vino. Serve altro? Sì. Qui siamo lontani – mi riferisco agli sghei, ma non solo - dalla Borgogna costosissima, fighetta e modaiola che ci raccontano a ogni piè sospinto molte enoguide.

Questo village che ho nel calice - pinot noir centopercento - é figlio di vigne di oltre cinquant’anni. E’ rubino scarico con riverberi luminosi. Naso floreale ed aromi di piccoli frutti rossi, speziature. Bocca allineata e fresca, frutto croccante. Tannini levigati, giusta acidità. Chiusura balsamica con buona persistenza.

Una bevuta tutta en finesse, scevra da sovraestrazioni e toni boisé marcati. In Francia li chiamano vins de soif. L’abbinata col cotechino di Nino – il mio inappuntabile ed autorevole spacciatore di salumi, nonché papà di una cara amica - é stata très gourmande. Pochi attimi di distrazione e …la boccia é sfumata!

Bon glou-glou, les amis!


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