Ultimamente, ho investito preziose ore,
sul web e nelle librerie, dedicandomi allo sfoglio delle varie eno-guide
(americane e francesi comprese) che, anche quest’anno, sono fioccate come le
nespole. Il tempo spe(s)so si è rivelato utile, redditizio e, soprattutto
didattico, ben oltre le attese. Ma non solo, mi sono pure divertito.
Giusto una manciata di constatazioni,
banalissime, e un quesito, nulla più.
In tema di Champagnes, mi ha fatto piacere ritrovare, in alcune guide, vignerons conosciuti 3/4 anni fa – tanti bravi, inspiegabilmente, mancano ancora - presentati ora, come vere e proprie rivelazioni,
piuttosto che tra le cantine dell’anno, e altre menate simili. Significa che
avevo visto giusto, oppure, molto più immodestamente, che il mio palato, non
sempre sbrocca.
Delta di autostima, arrivare prima di un team
di persone che scandaglia zolla per zolla.
A parte questo dettaglio, purtroppo, nel cahier de doléance, annoto parecchie
imprecisioni, quando non vere e proprie informazioni fuorvianti, ovvero l’esatto
contrario. Ti chiedi: sicuro? Certo, perché ci sono stato, non ero da solo, mi
ricordo delle conversazioni, conservo gli appunti e pure le foto.
Svarioni grossolani, topiche sesquipedali.
Per non dire di coincidenze da copia-incolla,
di sana pianta, (non quella di J-Ax), zanzati da una guida francese, circa la
parte descrittiva di molte maison.
Ti richiedi: sicuro? Anche qui ho la prova,
posseggo quella guida francese,
la cui prima edizione, risale a quando i nostri ancora non pubblicavano.
Quanto ai voti, chi li ha dati, li ha messi, in pratica, quasi tutti, a novanta; non fraintendermi, voglio dire minimo 90/100, con tante iperbole che sfiorano l’en plein.
Quanto ai voti, chi li ha dati, li ha messi, in pratica, quasi tutti, a novanta; non fraintendermi, voglio dire minimo 90/100, con tante iperbole che sfiorano l’en plein.
Alcune bottiglie recensite, inoltre,
sono vere e proprie ciofeche, che neanche il peggior Martinotti/Charmat.
Il discorso, ovviamente, non deroga, per chi
si è espresso in decimi/ ventesimi/cinquantesimi/quarti(ni)/zerovirgola, etc.
Bada, sto parlando del contenuto, del
liquido, non dei voti, di cui mi disinteresso. Parecchie di quelle bottiglie, prese
in esame e ben valutate, mi è capitato di berle, e averle trovate oppresse da uova
marce/merde de poule (mercaptani),
piuttosto che piallate da Mastro Ciliegia. Ma
dai su, figa, capitano solo a me 'ste robe?
E che dire di regioni mezze dimenticate, di assenze
ingiustificabili, di presenze inquietanti? Eppure, ci ragioni su e comprendi
che 1 + 1 fa 2 e tutto torna.
E allora, candidamente, mi chiedo, cui prodest? Ai #tuttisoci?
Gioverà, forse, a tutti coloro che degustano,
bevono, scrivono – loro
informano, loro educano, solo se hanno ricevuto i campioni, sia chiaro – stilano classifiche, presenziano, pontificano, etc.?
Gioverà, forse, a tutti quelli che, se non osannano certi vini, e certe aziende, il distributore/importatore, o chi altri, stocazzo
che li invitano alle anteprime?
Degustatori monstre che si fanno, al giorno, 70/80, anche 100 rossi, dai
tannini imbestialiti, e ci prendono sempre, fino all’ultimo assaggio. Sputa
finchè ti pare, tuttavia, anche un palato ben allenato, dopo 20/30 assaggi si ritrova con la bocca smerigliata.
Lo ammise, apertis verbis, seppur tardivamente, tempo fa, un giornalista del settore.
Lo ammise, apertis verbis, seppur tardivamente, tempo fa, un giornalista del settore.
T a r d i v a m e n t e. Con tanti saluti alla
valenza dei giudizi, fin lì, espressi.
Allora, ti chiederai, di chi fidarsi?
Di nessuno. A cominciare dal sottoscritto - a fortiori - che
appartiene alla categoria appassionati
occasionali/amatori dilettanti, coniata da qualcuno, con signoril disprezzo.
Sì, mi fregio, e ne vado orgoglioso, di far
parte di questa combriccola di gente, che non ha secondi, né terzi, né quarti
fini, che non ha scheletri negli armadi, che non ha conflitti di interesse,
che…
La libertà non ha prezzo, per tutto il resto, strisciate, o #tuttisoci.
La libertà non ha prezzo, per tutto il resto, strisciate, o #tuttisoci.
E’ scolpito nella mia mente, è la mia stella
polare, il decalogo, che scrisse Alessandro Masnaghetti, su Enogea, il 16 febbraio 2012.
Tutte le guide, passate e future, di questa galassia, non riusciranno mai a competere con quanto Alessandro asserisce al punto 2, nè con la chiosa finale.
Un decalogo più vivo che mai, eccetto per chi
lo ha lasciato deliberatamente morire.
Il tuo ringhio alla Gattuso, che, consapevole di dover lavorare sodo, piuttosto di mancare la palla per un paio di centimetri prendeva anche la gamba...
RispondiEliminaQuindi, secondo te, trattasi di intervento scomposto, il mio.
EliminaNo, ti sei fatto sentire, Gattuso sulla falsa riga dell'uomo a te caro del Decalogo che lo cita, Gattuso perchè non si finisce d'imparare, mai, senza presunzioni, sapendo che qualcuno con un paio di centimetri...
RispondiEliminaVox clamantis in deserto.
EliminaCiao
Vox clamantis in deserto.
EliminaCiao