martedì 24 maggio 2016

Pietro Rinaldi Barbaresco San Cristoforo 2009




Un più che buon Barbaresco, proveniente da un vigneto, situato nel cru San Cristoforo, del comune di Neive.
Mi ha colpito la gestione, abile ed avveduta, del legno – strumento, giammai fine - giacchè passa 18 mesi in tonneaux di rovere, di cui il 70% di primo passaggio.
Qui, di falegnameria, manco l'idea.

Sfodera il suo inconfondibile varietale, accoppiato a gran freschezza, fin dal naso, con precisi richiami di violetta e rosa, cenni agrumati e di sottobosco, sentori ematici, e una nitida presenza di eucalipto. Proprio un fine intarsio olfattivo.

Anche al palato si conferma pimpante, di intatta acidità, strutturato e dai tannini già garbati e soffici. Per il resto, vira completamente, regalando una bocca cesellata da aromi di china, cacao e caffè. Ribadisco, di Mastro Geppetto & Co., alcun indizio. Termina balsamico, scoprendo una persistenza debole e fugace.

Dall’ottimo rapporto costo/felicità, merita più di una chance.


2 commenti:

  1. …ma dove si sarà nascosto Mastro Geppetto…leggo di cenni di sottobosco, di balsamico, costituito quindi in gran parte da resine, di eucalipto, pianta che può raggiungere i novanta metri, non credo solo di foglie, eppure, non dico tronchi, non dico ceppi, ma almeno qualche truciolo…invece niente, il Duca ha scovato un sottobosco senza alberi oppure il DJ,sulle note di knock on wood, ha mutato il legno in ferro ;-)

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  2. Fortunatamente niente truciolo altrimenti mi toccava pure Enzo Avallone...Salut y forca al canut ;-)

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