venerdì 24 giugno 2016

Christophe Mignon Champagne Extra Brut s.a.




A Festigny, Vallata della Marna, c’è la maison di Christophe, un tipo strano, molto strano, pure troppo. Forse anche bizzarro, sicuramente originale, certamente convinto di quello che fa. Quando fui ricevuto a casa sua, anni fa, esordì così: “…oggi ti ricevo giusto perché il calendario lunare mi impone di non andare in vigna …”, iniziando, di lì a poco, il suo monologo circa "l'ascolto” della terra e dei suoi elementi".

Mignon è di quelli con maggioranza nord-coreana di vigne a Pinot Meunier (90%), ergo, lo vinifica, giocoforza, quasi sempre, in purezza. I suoi champagne meritano attenzione, ancorchè io non straveda per questo vitigno che è, storicamente, un vitigno “da taglio”, pure ostico e, imho, affatto indispensabile per fare ottimi champagne.

A quasi quattro anni dal dégorgement, lo scenario olfattivo è di tutto rispetto, con mela e agrume, una scia di fieno e virgole floreali, dominato da una forte impronta minerale.

All’assaggio, la piega minerale, intarsiata a cedro e sentori vegetali, ribadisce una sostanziale continuità con l’andamento olfattivo. Gli riconosco fine bollicina e fresca verticalità, mai disgiunta da cremosità. Sorsi che scorrono affilati, di discreto allungo, su note finali di mandorla, miste a sapida mineralità.

Se non fosse per il manico di Cristophe...



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