venerdì 7 ottobre 2016

Pommery Champagne Cuvée Louise 2002




La mia prima volta, seria e consapevole, a tavola, con la Louise. In precedenza, solo rapide palpatine, garbate toccate e fughe, in mezzo a decine di millesimati e bsa.

La Louise è la cuvée de prestige, creata nel 1979, in omaggio a Madame Pommery.
Solo da vigneti di proprietà, solo Grand Cru - Cramant e Avize per la bacca bianca (65%), Aÿ per il Pinot Nero (35%) – solo il cœur de cuvée, dieci anni sui lieviti, oltre tre anni di dégorgement.

Io e lei, da soli, tête-à-tête.
Basso profilo e discrete aspettative, non sia mai.
La carbonica sottilissima è un pregio.
La Louise aspetta il mio naso e, non appena giunge a tiro, estrae una mazza da baseball, percuotendolo più volte. Tra una legnata e l’altra, giusto il tempo di curare i lividi con deboli nuances burrose e agrumate.
Capperi, che ospitalità.

Dal pregio allo sfregio – che privilegio! - il passo è breve, con il colpo del knock-out che arriva dritto al palato. Lì, la Louise, s’incazza, posa la mazza, inforca un verde randello, gonfio di nodi e sferra colpi ferali. Nell’avaro florilegio, anche un eccesso di acidità.
Attendo e paziento, tuttavia, nemmeno il savoire faire del dj potè.

In questa bottiglia, la Louise non ha espresso quanto ci si attende – e quanto, solitamente si apprezza - da una top cuvée, cioè a dire, la quintessenza della sapienza enologica di una maison. Inammissibile e insopportabile, dopo tredici anni, dosi così massicce e ingombranti di legno.
Quel dommage.


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