Venticinque cru
di diverse zone della Champagne – da vigneti Premier e Grand Cru e di annate
differenti - compongono questo assemblaggio che vede il Pinot Nero dominare, con
il 65 per cento, lo Chardonnay con il 30 per cento e il Pinot Meunier a
chiudere. Si tratta, in prevalenza, della vendemmia 2007 - con vini di riserva che
integrano per circa un quarto – e la mia boccia è stata sboccata nel mese di
luglio 2011. Si tratta, soprattutto, della cuvée numerata, non millesimata, creata
appositamente dalla Maison per il
mercato italiano.
Nel bicchiere mi aspetta un oro affascinante, con
effervescenza da manuale.
Al naso si concede immediatamente, liberando
intensi e complessi aromi di agrumi e frutta tropicale – cedro e scorza
d’arancia, ananas e papaya – cui seguono precise note di mandorla e caffè,
unite a superbe venature gessose.
In bocca si rivela “grasso”, freschissimo e riprende
fedelmente il percorso olfattivo. Il sorso, fortemente “spalleggiato” dalla bacca
nera, dapprima, molto impostato sulla parte fruttata, imbocca, in seguito, una
piega, piacevole e inarrestabile, mineral-iodata e salina che, associata ad una
acidità molto marcata, gli consentono di assumere maggiore slancio e di terminare
veramente lungo e con persistenza gagliarda.
Bevuta audace e, adesso, senza dubbio, la mia cuvée numerata, sans année, preferita.
Ho raccontato la cuvée n. 240 di
Philipponnat a questo indirizzo:
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