Con
le dovute cautele trascrivo, per sommi capi, gli assaggi che più hanno destato
la mia attenzione. Non sono altro che indicazioni di massima (o di minima), da
prendere con beneficio di inventario, in quanto, come ben sapete, molte volte
risulta già di difficile lettura un intero flacone, bevuto a tavola con la
necessaria calma; figuriamoci quando si tratti di sorsi avvenuti, specie per
alcuni vini, in situazione di leggera calca, tra una chiacchiera e una
spintarella. Non ultimo, trattandosi in larga parte di vini rossi, si aggiunga
il palato messo a ferro e fuoco dai tannini.
Per
quanto concerne i Rosso di Montalcino
ed i Brunello, erano in degustazione
le annate, rispettivamente, 2012 e 2009.
Gli
assaggi più convincenti, in ordine sparso, senza fare classificone, sono stati
quelli di La Gerla, Le
Ragnaie, Lisini, Mastrojanni, Montevertine (Pian del Ciampolo 2012 già buono, in bottiglia da 2
giorni e un super Pergole), Stella di
Campalto (un Rosso che è … Brunello), Pietroso
(grande mineralità), Gorelli-Le
Potazzine (ormai una conferma indiscussa, di gran pulizia), Poggio di Sotto (ho preferito il
Rosso), e un maestoso Tiezzi–Podere
Soccorso (sia Rosso che Brunello).
Per
quanto attiene, invece, ai Chianti
Classico e Riserva, erano in assaggio, rispettivamente, le annate 2011 e 2009. Ho gradito quelli di Castello
di Monsanto, Buondonno, Castell’in Villa, Badia a Coltibuono, Isole e
Olena, Vecchie Terre di Montefili;
sicuramente qualcuno mi sta sfuggendo.
Molto
interessante, al lunedì, è stato assaggiare delle vecchie annate. Per qualcuna è andata meglio, per altre, un po’
meno. Sugli scudi, sicuramente, Il Sodaccio
1995 di Montevertine (testato da
due diverse bottiglie), ancora ottima acidità, con aromi terziarizzati ma
espressivi, un vino vivo; Castell’in Villa 1994 Chianti Classico riserva, un giovanotto che crescerà ancora; Tenuta di Valgiano 2001 da jeroboam,
splendido; Lisini Ugolaia 1998 grande
integrità; Tiezzi Rosso 1996 ancora
molto fresco, mentre il Brunello di 1997 un po’ in discesa.
Quanto
a Badia a Coltibuono Chianti Classico
Riserva 1970, la prima boccia ancora in palla, mentre la seconda, passata a
miglior vita, ma ci sta.
Quello che rimarco è sempre la grande organizzazione, ormai consolidata e impeccabile, nella cura dell'evento, prima, durante e dopo, sia da parte dell'Acquabuona, che dell'Una Hotel di Lido di Camaiore.
Terre di Toscana, sottotitolo l'eccellenza nel bicchiere. C'era tutta.
Ogni anno, sulla via del ritorno, mi pongo il medesimo quesito: quando una rassegna simile nel mio, amatissimo, Piemonte, con tutte le sue eccellenze?
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