giovedì 24 aprile 2014

Docg Roero 2011 Cascina Fornace





L’altra sponda del Tanaro, quella sinistra, geologicamente più recente e meno aristocratica.
Per le mie eno-esperienze, tante volte sinistra anche di fatto.

Neanche tremila bottiglie di questo Nebbiolo che mi è piaciuto, a partire dal suo rosso rubino e di belle trasparenze, nonostante non subisca filtrazioni. E’ giovanissimo, come i suoi “genitori” - Emanuele ed Enrico Cauda - al punto che se potessi riavvolgere il nastro, lo riporterei in cantina.
Freschissimo al naso, regala profumi dolci di frutta scura – amarena, ciliegia e mora – molto cacao e una nitida trama minerale.

Al palato entra avidamente goloso, richiamando il linguaggio dolce del frutto e, anche qui, irradiando giovinezza a go-go. Il sorso, netto e preciso nei sapori, assume una beva smodata e contrassegnata da tannini assai appuntiti, a tratti ferocemente pungenti, tuttavia mai scontrosi, né sgarbati.
Era tanto che non bevevo un Nebbiolo con questa verve tannica.

Ridendo e scherzando, la boccia è evaporata in un amen, con la bocca ancora famelica.
Gli è mancato giusto un poco di persistenza, ascrivibile alla sua gioventù, sicuramente.
L’ultima sorpresa l’ho avuta ruotando la boccia: 14,5 di alcol. Addomesticare, a tal guisa, il tenore alcolico e assicurare, allo stesso tempo, eleganza, armonia ed equilibrio, fa pensare alla bravura, umiltà e passione che ci mettono Enrico ed Emanuele.





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