martedì 9 settembre 2014

Vdt Bianco Testalonga 2007 Antonio Perrino




Non resisto a lungo, lo so, e gira che ti rigira, le sue bottiglie – bianco o rosso, non fa differenza – presenziano sovente la mia tavola, ancorchè, non così spesso, ne scriva.

Il millesimo di oggi – già con qualche venerdì sulla gobba – ribadisce, tanto per, che le oltre 50 vendemmie non sono passate invano per il Nino. Siamo noi fruitori che, a volte, non prestiamo le necessarie attenzioni prima – occhio all’avverbio – di goderne.
L’esperienza mi ha insegnato che i suoi bianchi, ancor più dei rossi, vanno trattati con riguardo, molto, e, tra l’apertura della boccia e il consumo, ci vogliono e tempo, meglio se trascorso in caraffa, e temperatura quasi da rosso. Fidatevi di un vino quando non teme il caldo. Non rispettare queste semplici consegne, significa, viceversa, andare incontro a delusioni e sentenziare conclusioni affrettate e stroncanti.

Nel calice risplende di giallo dorato, con un naso immediatamente colonizzato da intense ondate marine e saline. Si sente il fiato, a lunga gittata, del mare.
E’ un cocktail di macchia mediterranea e iodio, di resina e zafferano, che si completa, all’ultimo, con scaglie di cedro candito.

Anche in bocca ritrovo il corredo marino, con tutto il suo mobilio. Acidità vibrante e bicchiere che col passare del tempo spicca il volo verso una complessità non così scontata in un bianco.
Sorso secchissimo, largo e assai persistente, con notevoli rimandi di iodio, resina e marosi di mineralità salata. 

Il legame col territorio, sano e leale, che hanno i vini di Nino. Sempre.


4 commenti:

  1. Proprio Sabato, passando da Dolceacqua, ho sentito il respiro del mare, sarà stata un'onda lunga o eri tu col cavatappi...bel post DJ
    Ciao
    M 50&50

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