lunedì 18 maggio 2015

Aoc Crémant d’Alsace Brut Nature 2011 Bannwarth




Tra le tante bollicine francesi, metodo classico, che vanno sotto la denominazione “Crémant”, alcuni dell’Alsazia, insieme ad altri di Loira e Jura, sono quelli che trovo maggiormente espressivi e degni di menzione. A mio sindacabilissimo giudizio.
Ed evitando, ça va sans dire, di fare paralleli che non avrebbero, non hanno un grammo di sostanza. Tanto per essere chiari, non si beva un Crémant qualsiasi e si tiri in ballo gli amici del 50° parallelo.

L’azienda, certificata biologica, produce questo metodo classico d’assemblage - 18 mesi sui lieviti - composto, principalmente, da Pinot Bianco e, in percentuali minori, e non dichiarate, da Riesling, Pinot Grigio e Auxerrois. Si tratta di un millesimato, elaborato senza aggiunta di solfiti in fermentazione, nè di liqueur, con oltre un anno di sboccatura.

Com’è, com’è? In due parole, bello e buono.
Paglierino tenue, con qualche sfumatura verde, di copiosa effervescenza, per un naso molto fresco e di delicata fragranza floreale e fruttata: fiori bianchi, pera, mela e lime, con qualche ricordo biscottato.

La stessa freschezza, una punta acidula, la ritrovo all’assaggio, che si mantiene, pressochè, in linea con i presupposti olfattivi. Più fruttato che floreale, con l’agrume giallo che si impone sulla frutta bianca. Discretamente persistente, chiude fresco e morbido, su gentili toni di lime, frutta esotica e una sporgente cifra minerale.

Quando vuoi rompere, anticipare, o alternare – si fa per dire – la nobile monotonia (eh?) dello Champagne. Lo trovi nelle fiere e saloni bioqualcosa, girando l’Italia – Cerea, Fornovo – al più che accessibile prezzo di un deca.


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