venerdì 15 gennaio 2016

Pol Roger Champagne Brut Vintage 2000




Il nome della Maison, rimanda, di botto, per gli appassionati, al Sir Winston, dimenticando, spesso, e forse un po’ colpevolmente, che esistono anche i “semplici” millesimati, dal prezzo decisamente più praticabile e già di alta qualità, troppe volte sottovalutati, se non snobbati, dai fighetti della bollicina.

Leggi il millesimo e pensi all’annata calda e a tante altre conneries. Niente di tutto ciò. Questo flacone è l’ennesima conferma – repetita iuvant - di quello che si (sotto)scrive abitualmente, ossia grandi flaconi, non necessariamente grandi millesimi.

Il nostro è 60 Pinot Noir e 40 Chardonnay, provenienti da vigneti Gc e Pc della Côte des Blancs e della Montagna di Reims; vinificazioni separate, prima fermentazione in acciaio, malò svolta, remuage à la main, nove anni - n o v e - sui lieviti.
La mia sconta un dégorgement di oltre 5 anni.

Il bicchiere, di sottilissimo perlage e di freschezza agghiacciante, mi porta dritto filato dal pasticcere, mentre si prepara colazione con nocciole, burro spalmato sul pane grigliato, brioche e crema pasticcera a canna.
Si tratta bene, monsieur le pâtissier, e non si cura delle calorie.
Giusto à côté, c’è il negozio della frutta appena candita - arancia e albicocca – con decorazioni di fiori bianchi e di rosa, miele e lieve speziatura. La gessosità, inizialmente schiva, regalerà emozioni dal secondo calice.

Una bocca all’attacco, di acidità svettante, ancora incredibilmente vinosa e dalla bollicina finissima, riprende specularmente e bellamente la tessitura olfattiva. Il sorso si sviluppa cremoso e complesso, con volume in crescendo, mantenendo barra dritta su spiccate note grigliate e burrose, frutta gialla confit (anche il dattero) e grassa gessosità.

Bevuta tesa, sontuosa e di rara eleganza, da un flacone che sembra sboccato ieri e già di espressione superlativa. Termina (ahimè) lungo e di persistenza esagerata, su deliziosi tocchi di spezie e gesso, colpendo al cuore, anche a calice vuoto, con geranio, violetta e tabacco.

Anolini in brodo e i suoni deep di 2 fratelli spagnoli, Luis e Javier Garayalde, aka Kyodai.



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