Siamo
nel dipartimento della Marna, più precisamente nel minuscolo villaggio di Chavot
Courcourt. Qui ha sede questa interessante azienda - in conversione biodinamica
– le cui origini risalgono al lontano 1889. I fratelli Laherte coltivano circa
dieci ettari, suddivisi in 75 parcelle. Di questo Chardonnay in purezza - svolge
malò parziale ed è privo di dosaggio
- da vigne con oltre 35 anni, ne vengono prodotte diciotto mila bottiglie. La
mia è stata sboccata nel febbraio 2012.
Nel
calice è paglierino con tenui riflessi verdolini e la bolla, non molto fine, è
continua. Il naso é subito segnato da bellissima mineralità e sottili aromi di
agrumi - pompelmo e lime - si miscelano a un elegante tocco floreale di mimosa
e biancospino, con una sfumatura di zenzero.
In
bocca si dimostra di grande purezza, con la mineralità, gessosa e
idrocarburica, che si appropria del sorso. Le sensazioni di frutta e fiori,
avvertiti nell’analisi olfattiva, lasciano, totalmente, il campo
all’espressione marino-iodata che si declina su toni di ostriche e di roccia. Struttura
droite, acidità sferzante, freschezza
notevole e lunghezza apprezzabile, chiudono una bevuta che mi ha lasciato un
palato minerale e salmastro.
Ho
trovato la trasposizione del terroir
in bottiglia, a cominciare dall’ etichetta, che narra e rappresenta, coerentemente,
il contenuto.
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