martedì 27 giugno 2017

Antonio Perrino Bianco Testalonga 2013




Negli anni, l’amicizia e la profonda stima che mi legano a Nino, forse, mio malgrado, mi hanno condizionato un filo e così, ancorchè beva con continuità le sue bottiglie – tanto il bianco, quanto il rosso – succede di scriverne con troppa parsimonia.
Cicero pro domo mia, finirei per parlarne sempre bene, e questo potrebbe destare (ingiustificati) sospetti e non vorrei qualcuno prefigurasse l’ennesimo conflitto di interessi in atto nel nostro paese.

Sgombero il campo e anche stavolta non posso che tessere le lodi di questo Vermentino, colto in una fase raggiante.

Una lettura del terroir impeccabile, che allinea e fa collimare, naso con palato.
Una lettura del terroir che, tuttavia, sa andare oltre quel binomio e, per quanto mi riguarda, arriva dritta al cuore.

Pochi elementi, autentici e di purezza cristallina, espressione di un vitigno che vive e respira il suo contesto: un concentrato di iodio, sale e resina, arricchito da ginepro ed erbe del sottobosco della Valle Nervia.
Equilibrio e acidità danno del tu a sorsi di profonda intensità e appagante persistenza, col finale identico all’esordio: dissetante e secchissimo, salato e salmastro.

Non berlo freddo e assaporalo come fosse un distillato, solo così lo apprezzerai e frenerai, in parte, l'impetuosa beva.


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