martedì 16 giugno 2015

Docg Chianti Classico “Cultus Boni” 2009 Badia a Coltibuono




Uve Sangioveto nella misura dell’ 80 per cento, con piccole dosi di Ciliegiolo, Colorino, Mammolo e Malvasia nera.

Di rubino abbastanza carico, parte con un naso caldo e poco altro. Un po’ di attesa, consente al quadro di alleggerirsi, in buona parte, del fardello alcolico, ed ecco emergere, discretamente, la quota fruttata – marasca sotto spirito, prugna e arancia – con qualche ricamo di viola e una delicata nota balsamica.

Il palato incassa il ritorno, importante e influente, dell’aggravio alcolico, che accorcia, concretamente, l’espressività di questi vitigni – Sangiovese su tutti – che io, da sempre, adoro.
Non convinto, gli riservo un secondo passaggio serale, con la bocca che è migliorata sensibilmente. Ora c’è più freschezza che sorveglia, e disciplina, i picchi del tenore alcolico. Per conseguenza, il sorso ritrova le sue dimensioni fruttate, floreali e anche speziate, nonostante la struttura resti voluminosa.

Ti dico che l’annata, non formidabile, non ha agevolato, anzi. Tuttavia, ti dico anche che non è la prima bottiglia, bensì la terza, di “Cultus Boni” che si fa trovare, grosso modo, in queste condizioni. Costa quasi il doppio della versione basica, ma mi tengo stretta quest’ultima.
A conti fatti bevo meglio. E risparmio.


Nessun commento:

Posta un commento