martedì 13 gennaio 2015

Docg Barolo Cannubi San Lorenzo-Ravera 2005 Giuseppe Rinaldi




Quando in tavola hai cappello del prete brasato al Barolo, la scelta liquida è facile, scontata e, verrebbe da dire “banale”, se non fosse che in cattedra sale il Citrico.
Non ho dubbi, tocca a lui, gli altri in cantina possono attendere.

Il rosso è rosso, privo di unghie e di altre sfumature. Naso, assolutamente non reticente, che attacca subito con rosa, molta, e violetta, una fresca e netta espressione di frutta rossa, dalla amarena alla ciliegia, dal lampone al ribes e alla fragola. Formidabili e l’atteggiamento speziato – cannella e macis – e la traccia minerale che si fondono con sensazioni terrose, di sottobosco e chiare proiezioni di cioccolato amaro.

Questo incipit conduce ad alte attese gustative, puntualmente confermate, che esprimono un palato di eleganza, cesellato e multistrato.
L’assaggio, elettrico e freschissimo, non si discosta di una virgola dalle impressioni olfattive.
Il palato è un'alzata di frutta – ciliegia e amarena esplosive – pepe bianco e marcati tocchi di ardesia, sapientemente mixati con humus, note ferrose arrugginite, radice di liquirizia e tabacco.

Come sempre, con le bottiglie di Rinaldi, ottimo equilibrio acido-tannico, con grado alcolico mai, mai avvertito. Beva furiosa e scatenata, per un finale di raffinata progressione, molto persistente, lunghissimo e netto, su note di china, cacao e polvere di caffè.
Massimo rispetto.





2 commenti:

  1. Quando in tavola hai cappello del prete brasato al Barolo, dovresti aggiungere un posto a tavola

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    1. Faccio pubblica ammenda, hai ragione perché c'è un amico in più, tu.

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