Molti lo chiamano anche “nature”, per me è l’esercizio di stile della casa. E' la cuvée brut - 1/3 Chardonnay, 1/3 Pinot
Noir, 1/3 Pinot Meunier - qui in edizione dosaggio zero.
Circa 36 mesi sui lieviti, il mio flacone ha
oltre un anno di dégorgement.
Il naso è un omaggio alla finezza e alla
precisione. Attacca freschissimo – puro
– e con una gessosità cristallina che non mi lascerà più. Ma non è solamente
mineralità, c’è complessità, da gran calice. Intensi, bianchi, profumi floreali,
pasticceria da forno, agrumi – cedro e limone – frutta rossa ed esotica. Tanta
roba.
In bocca freschezza, materia e profondità costituiscono
il trio delle meraviglie.
La verticalità, la
droiture, non è quella infuriata e “ignorante”
di altri champagne, tutto rasoiate e basta; qui la linearità si fa tessitura cremosa,
elegante e cesellata, non fine a se stessa. La purezza gessosa veste, con classe, ma senza
ingabbiare, un palato - simmetrico rispetto al naso - che sfodera un sorso
compatto e teso, molto persistente e penetrante, fino all’ultima stilla.
Se ti piace lo stile PR, caschi bene, anzi
benissimo.
Gamberi nudi e crudi, nemmeno l’evo.
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